SEO e business – il ruolo della SEO nelle aziende secondo Pietro Rogondino

Mi fa davvero piacere scambiare due parole oggi con Pietro Rogondino, un SEO Specialist di Bari rinomato per la sua competenza e passione. Non è solo un’autorità nell’ambito del posizionamento sui motori di ricerca, ma anche un caro compagno di avventure con cui condivido l’interesse per il copywriting ed il posizionamento sui motori di ricerca. Forte di un’esperienza lunga 18 anni, sarà un ospite imperdibile per offrirci tecniche e suggerimenti mirati a potenziare la presenza sul web dei siti aziendali e a raggiungere un pubblico realmente interessato.

Molti imprenditori pensano che la SEO sia un costo più che un investimento. Cosa rispondi a chi la vede così?

consulente seo bari pietro rogondino

A chi pensa che la SEO sia una spesa superflua, paragonando il ruolo del consulente SEO a quello del tipico teenager smanettone sui siti web, dico che probabilmente non ha ancora inquadrato la realtà digitale che avanza in questo 2025 (e che avanzerà anche negli anni a venire). La competitività online cresce di giorno in giorno e chi non investe seriamente in una strategia SEO rischia di rimanere completamente invisibile. In fondo, la verità è molto molto semplice: se non sei posizionato su Google come libero professionista o come azienda, agli occhi dei tuoi potenziali clienti semplicemente non esisti.

Quali sono le metriche SEO più importanti per un’azienda che vuole aumentare le vendite?

Quando parliamo di SEO finalizzata all’aumento delle vendite, non possiamo limitarci alle semplici vanity metric (come il volume di traffico fine a se stesso), ma dobbiamo concentrarci su quegli indicatori che mostrano chiaramente l’efficacia delle strategie adottate sul piano commerciale. Ecco alcune delle metriche SEO più rilevanti:

  1. Posizionamento delle keyword strategiche: misurare la posizione delle parole chiave che generano traffico qualificato è fondamentale per capire se stai davvero raggiungendo il tuo pubblico di riferimento. Non tutte le keyword sono uguali: un buon ranking sulle query con intento di acquisto (es. “comprare + prodotto”) può tradursi in vendite reali.
  2. CTR (Click-Through Rate): verificare quante persone cliccano effettivamente sui tuoi risultati nelle SERP è essenziale. Se hai un buon posizionamento ma un CTR basso, potresti dover lavorare sui meta tag (title e description) per renderli più attraenti e rilevanti.
  3. Tasso di conversione: è la metrica che mostra se il traffico organico si trasforma in clienti o lead. Un tasso di conversione elevato indica che il traffico in arrivo è in target e che il sito è in grado di incanalare efficacemente gli utenti verso l’acquisto.
  4. Tempo medio sulla pagina e frequenza di rimbalzo (bounce rate): questi due valori danno indizi sulla qualità e la pertinenza dei contenuti. Se le persone abbandonano il sito troppo presto (bounce rate alto) o restano per tempi molto brevi, probabilmente occorre rivedere la user experience o l’utilità dell’offerta presentata.
  5. Numero di pagine visitate per sessione: indica quanto gli utenti sono coinvolti e curiosi di esplorare il sito. Un valore elevato suggerisce che i contenuti sono interessanti e ben strutturati, rendendo più probabile la conversione.
  6. ROI (Return on Investment): più che una singola metrica SEO, è la sintesi di tutte le attività di marketing digitale. Conoscere quanto guadagni in relazione alla spesa (in termini di tempo, risorse e budget) è fondamentale per comprendere se la strategia SEO sta effettivamente trainando le vendite.

Puoi raccontare un caso studio SEO in cui hai visto una trasformazione significativa di un business?

Quest’anno ho sviluppato un progetto di restyling SEO che ha coinvolto un’azienda metalmeccanica del sud barese con 25 anni di attività alle spalle, ma un sito web penalizzato da errori tecnici, contenuti duplicati e scarsa visibilità.

Dopo un audit avanzato, ho corretto le configurazioni errate, eliminato i contenuti ripetitivi, perfezionato meta tag e titoli, velocizzato il caricamento delle pagine con un nuovo template e riorganizzato la struttura interna, collegando fra loro in modo coerente le varie sezioni.

In parallelo, ho elaborato un piano editoriale che ha dato vita a 50 nuovi articoli, aumentando l’autorevolezza del brand e intercettando keyword di nicchia.

Il risultato, dopo appena quattro mesi, è stato un incremento netto di traffico organico e conversioni: l’azienda, che prima faticava a emergere online nonostante la sua solidità offline, ha finalmente raggiunto un pubblico più ampio e qualificato, trasformando il proprio sito in un efficace strumento di marketing.

SEO e pubblicità a pagamento: sono complementari o uno esclude l’altro?

SEO e pubblicità a pagamento (come Google Ads o Facebook Ads) non si escludono affatto, anzi si rafforzano a vicenda: la SEO costruisce un posizionamento organico solido e duraturo nel tempo, mentre le campagne a pagamento possono generare traffico immediato e altamente profilato. L’ideale è integrare entrambe le strategie: mentre investi in attività SEO per migliorare l’autorità del tuo sito e scalare gradualmente le SERP, la pubblicità a pagamento ti consente di intercettare subito nuovi clienti e testare keyword o offerte specifiche, fornendo dati utili che possono essere sfruttati per raffinare ulteriormente le attività di ottimizzazione organica.

Qual è l’elemento SEO che spesso viene sottovalutato ma che può fare la differenza?

Un elemento SEO che spesso non riceve l’attenzione che merita è la struttura dei link interni unita all’uso strategico degli anchor text. Creare una rete coerente di collegamenti interni aiuta i motori di ricerca a comprendere meglio la gerarchia e il contenuto di ciascuna pagina, favorendo la corretta distribuzione dell’autorità all’interno del sito.

Gli anchor text, se formulati in modo descrittivo e pertinenti alla pagina di destinazione, contribuiscono a rafforzare la rilevanza di determinate parole chiave, veicolando agli utenti (e ai crawler) informazioni chiare su ciò che troveranno cliccando quel link. In questo modo, si ottiene un duplice vantaggio: migliorare l’indicizzazione e l’esperienza di navigazione, con effetti tangibili sul posizionamento e sull’engagement.

Come dovrebbe essere strutturato un sito aziendale per massimizzare il posizionamento e le conversioni?

Un sito aziendale ben strutturato dovrebbe puntare su un’architettura chiara e gerarchicamente organizzata, con poche categorie principali e sottocategorie che riflettano i servizi o i prodotti offerti in modo logico.

La navigazione dovrebbe essere intuitiva e guidare l’utente verso le informazioni più rilevanti già a partire dalla homepage, grazie a menu ben pensati e a call-to-action efficaci.

Le pagine chiave (come quelle dei prodotti o dei servizi) vanno ottimizzate con titoli e meta description descrittivi, oltre a contenuti testuali e multimediali che rispondano alle necessità dell’utente, approfondendo i vantaggi e le soluzioni proposte dall’azienda.

È essenziale anche costruire una rete di link interni che metta in evidenza le pagine più importanti e ne faciliti la scoperta, sia da parte degli utenti che dei motori di ricerca.

Infine, non bisognerebbe trascurare l’importanza di una versione mobile veloce e usabile, così come di un funnel chiaro che accompagni gli utenti dalla prima visita alla conversione, che si tratti di un acquisto, una richiesta di preventivo o un’iscrizione a una newsletter.

Se un’azienda ha un budget limitato per il digital marketing, come dovrebbe allocarlo tra SEO, content marketing e advertising?

Se il budget a disposizione è ridotto, conviene iniziare puntando su una base SEO solida e un content marketing mirato: una buona ottimizzazione tecnica e contenuti di qualità aiutano a costruire nel tempo un posizionamento organico stabile, minimizzando la dipendenza dai canali a pagamento.

L’advertising può essere usato in modo tattico, per accelerare la visibilità su particolari keyword o prodotti durante campagne specifiche, testare velocemente nuovi mercati o convalidare offerte.

In pratica, la strategia ideale è investire una parte del budget nell’ottimizzazione on-site (miglioramento della struttura del sito e dei contenuti) e nella creazione di articoli, guide o video che rispondano alle domande del pubblico, destinando poi un’altra quota all’advertising in modo selettivo, concentrandosi sulle campagne più strategiche.

Così facendo, l’azienda potrà beneficiare di risultati organici duraturi mentre sfrutta la pubblicità a pagamento per incrementare rapidamente traffico e lead quando necessario.

Roberto Lorusso
Roberto Lorusso

Sono Roberto Lorusso, un consulente esperto in digital marketing con radici pugliesi e una carriera che parte dal 1995. Laureato in economia a Bari, ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo professionale collaborando con alcune multinazionali del retail. È stato proprio in quegli anni che ho affinato le mie competenze nel marketing strategico e nella gestione aziendale, strumenti che ancora oggi sono alla base del mio lavoro. Oltre alla carriera, la mia vita è arricchita da due grandi passioni: la musica e i gatti, che sono diventati parte integrante della mia quotidianità. Nonostante abbia superato la soglia degli "anta", l’entusiasmo per il mio lavoro non è diminuito. Mi dedico con la stessa energia di sempre alla SEO e alla link building, cercando di restare sempre al passo con le evoluzioni del digitale.

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