Cos’è la link velocity? Analizziamo il suo impatto sulla SEO

Ho iniziato ad approfondire la link velocity quando mi sono reso conto che, a parità di autorevolezza del sito, non era solo la quantità dei backlink a fare la differenza, ma anche il ritmo con cui questi link venivano acquisiti. In poche parole, il dibattito sul “quando” e sul “quanto velocemente” un sito riceve link è diventato sempre più centrale nelle discussioni SEO.

Ma prima di entrare nel vivo, ti do una definizione super veloce: la link velocity è il tasso con cui un sito acquisisce (o talvolta perde) link esterni nel tempo. Sembra un concetto semplice, ma ti assicuro che ha diverse implicazioni profonde per la strategia di ottimizzazione e di link building.

Se ti incuriosisce capire perché, a parità di autorevolezza, non è solo la quantità dei backlink a contare ma anche la rapidità con cui vengono ottenuti, allora continua a leggere: scoprirai come la velocità di acquisizione di backlink possa ribaltare (o rafforzare) la tua strategia SEO.

La link velocity, in sostanza, indica la velocità con cui il tuo sito ottiene nuovi backlink. Se in un mese acquisisci 10 backlink e nel mese successivo ne ottieni 30, significa che la tua link velocity è aumentata. Allo stesso modo, se i link calano da un momento all’altro, hai una diminuzione di velocità di acquisizione di backlink.

Il termine è stato sdoganato soprattutto quando sono comparse, tra appassionati e professionisti, analisi approfondite sui brevetti di Google e sulle potenziali tecniche di valutazione dei pattern di link. L’idea di fondo è: se Google cerca di capire se un sito sta acquisendo link in modo naturale, uno dei segnali potrebbe essere proprio l’andamento costante e ragionevole della crescita dei backlink.

In poche parole, una crescita troppo rapida di backlink, magari tutti da siti poco autorevoli, può far pensare a pratiche di link building artificiose, come lo spam o l’acquisto massivo di link. D’altra parte, una crescita lenta e costante può sembrare naturale, ma non è detto che sia sempre così: una singola campagna virale può far impennare la link velocity in modo del tutto legittimo.

Mi sono accorto che la link velocity può fungere da cartina di tornasole per capire se un sito sta crescendo in modo organico. Se la crescita è progressiva, magari correlata alla pubblicazione di nuovi contenuti di qualità, allora è un buon segnale di “salute” del sito.

Se, di colpo, guadagni migliaia di backlink in un paio di giorni – per lo più provenienti da siti di bassa qualità – è naturale che Google possa insospettirsi. Questo non significa necessariamente una penalizzazione, ma è probabile che il motore di ricerca dia un’occhiata più da vicino al tuo profilo link per capire se stai barando.

Una link velocity coerente può tradursi in un miglior posizionamento, purché i link siano di qualità. Al contrario, una velocità di acquisizione di backlink artificiale o ottenuta con metodi scorretti (come link a pagamento da siti irrilevanti) può portare prima a un miglioramento apparente, ma in futuro rischi di incorrere in filtri o penalizzazioni algoritmiche.

come misurare link velocity

Per misurare l’andamento della link velocity mi affido spesso a strumenti come Ahrefs o Semrush o la Google Search Console stessa. Nella sezione “Link” di GSC, ad esempio, puoi monitorare i domini che ti linkano e il numero totale di backlink, confrontando periodi diversi.

Quando guardo i grafici, non mi limito a controllare il numero totale di link, ma anche come questo numero varia di settimana in settimana o di mese in mese. Se noto un picco improvviso, cerco di capire se è dovuto a qualcosa di legittimo (ad esempio, un articolo virale) o se invece c’è qualcosa di strano (link di scarsa qualità comparsi all’improvviso).

Più che focalizzarmi su un valore assoluto, guardo a un “tasso medio” di acquisizione dei link. Inoltre, analizzo la qualità dei link: una velocità di acquisizione di backlink sostenuta ma con link autorevoli è migliore di una link velocity più “calma” ma costituita da link sospetti o spam.

Principali fraintendimenti e controversie riguardo la Link Velocity

Spesso sento dire: “Se acquisisci i link troppo in fretta, Google ti penalizza!” In realtà, Google non ha mai confermato che esista una penalizzazione diretta dovuta solo a questo fattore. Piuttosto, è la qualità del profilo link che conta. Certo, la velocità di acquisizione di backlink può fungere da campanello d’allarme, ma da sola non basta a giustificare sanzioni.

Non c’è nulla di male in un’impennata momentanea di backlink, specie se è correlata a un evento reale (come la pubblicazione di un contenuto virale o la citazione su un portale di grosso calibro). Google è in grado di distinguere, in buona parte, un fenomeno naturale da uno in cui ti sei procurato centinaia di link spam in un paio di giorni.

Quello che conta è la coerenza complessiva tra il ritmo di crescita e la natura dei link. Google guarda tanto l’intento (sono link guadagnati perché il contenuto è valido?) quanto la qualità (questi siti sono davvero autorevoli e a tema?).

Il mio consiglio è di concentrarti sulla creazione di contenuti di valore e lasciarli circolare. Se forzi troppo la mano con link acquistati in massa, corri il rischio di creare un profilo innaturale. Non c’è niente di male nel fare outreach e guest posting, ma dev’essere un lavoro costante e ben distribuito nel tempo.

Fossi in te, preferirei sempre un link autorevole in più, piuttosto che dieci link di dubbia provenienza. Non guardare solo al Domain Authority o all’Authority Score di un sito, ma anche alla sua pertinenza rispetto al tuo settore.

Un modo efficace per costruire una velocità di acquisizione di backlink sana è stringere partnership con siti e blog che trattano argomenti complementari ai tuoi. Attraverso interviste, partecipazioni a podcast o guest post, puoi acquisire backlink di valore in modo graduale.

Tieni sempre d’occhio l’andamento dei tuoi backlink. Ti suggerisco un check mensile, per capire se ci sono anomalie o cali/picchi improvvisi. Se noti qualcosa di sospetto, investiga subito: potresti avere un attacco di SEO negativa o qualche vecchia campagna di link building che sta emergendo ora.

Alcuni esempi pratici

Immagina un sito di cucina che, mese dopo mese, pubblica ricette originali e instaura collaborazioni con piccoli blog di settore. Nel corso di un anno, la link velocity cresce in modo uniforme (es. 5-10 link di qualità al mese), e questo profilo appare del tutto naturale.

Ora pensa a un sito che pubblica un articolo su un argomento molto discusso e finisce in home page su un portale di news nazionale. Nel giro di una settimana, ottiene 100 nuovi backlink. In questo caso, anche se c’è un picco, Google intuisce che il boom è dovuto alla viralità del contenuto e difficilmente penalizzerà il sito.

Immagina invece un terzo scenario: un sito che, nell’arco di pochi giorni, acquista centinaia di backlink da fonti di dubbia qualità (siti spam o reti di blog poco autorevoli). Non si tratta di un contenuto virale, bensì di un intervento manipolativo per gonfiare il profilo dei link in tempi sospettosamente brevi. In questo caso, Google potrebbe percepire tale impennata come un segnale di spam e decidere di approfondire, con il rischio di penalizzare il sito.

Conclusione

In sintesi, la link velocity è il ritmo di acquisizione dei tuoi backlink. Non esiste una regola magica che stabilisca esattamente quale sia il tasso perfetto, ma è importante che il tuo profilo appaia naturale e che i link siano di qualità. Se rispetti questi criteri, la link velocity lavorerà a tuo vantaggio, contribuendo a migliorare la tua reputazione online e il tuo posizionamento nei motori di ricerca.

Ti invito a monitorare regolarmente la tua velocità di acquisizione di backlink, a concentrarti sulla creazione di contenuti di alto valore e a instaurare relazioni genuine con altri professionisti del tuo settore. In questo modo, otterrai una crescita organica e duratura dei tuoi backlink.

Pietro Rogondino
Pietro Rogondino

Ciao, mi chiamo Pietro Rogondino e sono un consulente SEO con base a Bari, specializzato nell'ottimizzazione di siti web per i motori di ricerca. Da oltre 18 anni aiuto aziende e professionisti a migliorare la propria visibilità online attraverso strategie SEO personalizzate e data-driven. Lavoro sia con PMI locali che con aziende più strutturate, offrendo servizi che spaziano dall'analisi tecnica SEO alla content strategy, fino all'ottimizzazione per le ricerche locali. La mia missione è quella di sviluppare strategie di posizionamento concrete e misurabili che generano risultati tangibili per i miei clienti.

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